Qualità, Caratteristiche


Qualità, Caratteristiche e comportamenti indispensabili che deve avere e allenare un buon giocatore di biliardo Osservazioni e riflessioni di Luigi Camozzo, classe 1951 appassionato di biliardo: specialità 5 birilli " italiana " e 9 birilli " goriziana " Appartenente alla prima categoria sezione: stecca dal 2003 tessera FIBIS n° FB00A008 comitato di Padova CSB - PLANET GAMES PARTE PRIMA - elenco qualità, caratteristiche e corretti comportamenti per un gioco di biliardo professionale

1)Un buon talento naturale se c'è non guasta mai, anzi aiuta tantissimo soprattutto per la qualità di gioco. Curare l' impostazione, anche dopo diverse ore di gioco la muscolatura deve essere rilassata.

2)Scelta di tiro, colpo d' occhio, una vista perfetta, corretta linea di mira: importante la posizionare della testa, o meglio l' occhio dominante deve cadere perfettamente perpendicolare sopra la stecca. Essere in grado di colpire con precisione porzioni e quantità di palla millimetriche.

3)Memoria: anzi molta memoria, possibilmente fotografica, sia per i vari conteggi dei sistemi che sono tantissimi, che per le più ottimali e convenienti soluzioni di gioco.

4)Velocità di calcolo matematico: " fare i conteggi dei sistemi di gioco a mente, velocemente senza sbagliare: " il conteggio è importante non farlo troppo notare, ne all' avversario ne al pubblico.

5)Qualità di steccata: velocità di sbracciata, polso snodato, brandeggio accurato con la giusta punta, distanza del corpo corretta rispetto al tiro da eseguire.

6)Prese della stecca corrette in funzione al tipo di colpo da imprimere: impugnatura bilanciata sull' attrez- zo. Distanza corpo tavolo ottimale in base al tipo di tiro che si vuole eseguire, non essere intimoriti dal tavolo: assumere una posizione di dominio e controllo totale della situazione, non subirla.

7)Impostazione perfetta del corpo e delle gambe rispetto al biliardo e al tipo di tiro da eseguire. Nei tiri di potenza occorre essere stabili sulle gambe e sulla mano d' appoggio sul piano del biliardo. Verticalità dell' avambraccio sulla stecca, per non perdere centimetri preziosi in fase di penetrazione del tiro.

8)Resistenza fisica: stare in piedi per ore senza mai sedersi. Non mostrarsi in nessun caso sofferenti o infastiditi per momentanei colpi sfortunati, arrabbiarsi è solo controproducente:" in caso contrario sei spacciato, soprattutto se giochi contro un avversario scaltro".

9)Conoscenza dei più svariati sistemi di calcolo," e magari anche di saper giocare bene di pura sensazione, a occhio ".

10)controllo totale degli effetti: delle biglie, delle forze, conoscenza delle traiettorie dei tiri, dei rimpalli se ci sono, evitarli con assoluta priorità.

11)Eseguire bene i tiri di parabola: sono fondamentali per uscire da brutte situazioni, per prendere palla, per difendersi, anche le frustate ed i piccoli massè possono servire sebbene con minore frequenza.

12)Conoscenza dei tiri e la loro miriade di varianti: tutti i tiri difensivi, comprese le stevole di pallino. Scelte appropriate, sempre coerenti: soluzioni fantastiche ad alto rischio è meglio lasciarle perdere, " importantissimo: saper rinunciare ai birilli ".

13)Un mentale forte: allenato alla partita dura, " la voglia di vincere, o meglio di non perdere ". Con una perfetta impostazione di base siamo già a metà dell' opera.

14)La respirazione perfettamente calibrata ampia e profonda diaframmatica: per non cadere in affanno in caso di momentanea sofferenza, affanno e sofferenza distruggono la mente e la concentrazione, perdendo lucidità non si gioca più in modo coerente.

15)L' alimentazione corretta: mai mangiare troppo prima della partita, durante il gioco qualche caffè, acqua naturale, cioccolato, una fetta di torta.

16)IL sonno: dormire bene, essere riposati è di fondamentale importanza: per il buon esito di un gioco qualitativo ed una mente attenta e rilassata. Non si devono avvertire parti del corpo indolenzite.

17)Stimare e mai sottovalutare il proprio avversario: individuare i suoi pregi e difetti, saper sfruttare i suoi punti deboli, " c' è ne sono sempre ".

18)Ricercare il tiro perfetto: punti e messa dura, agli angoli, a colla sulle sponde, centro centro, di traverso, in stevola di pallino.

19)Adattabilità di carattere: all' avversario, all' ambiente, agli spettatori, ai rompi-coglioni che non mancano mai, al caldo, al freddo e soprattutto al biliardo, che raramente va bene a tutti i giocatori. Soffrire in silenzio senza battere ciglio quando si gioca male, o quando gira bene all' avversario.

20)Allenamento continuo: ore e ore tutti i santi giorni, una due ore al giorno giocare da soli. Per perfezionare la sbracciata e la presa di stecca, traiettorie delle biglie e posizionamento finale delle stesse, controllo assoluto delle forze. Ripetere il tiro fino alla sua perfetta esecuzione e assimilazione dello stesso.

21)Ogni tanto esercitarsi anche sui tiri da esibizione, copiati o di propria invenzione. Non servono in partita: ma sono divertenti e spettacolari specialmente se eseguiti in compagnia. Con traiettorie delle biglie fuori dagli schemi classici. Inoltre servono per migliorare la steccata e la propria sensibilità e percezione sugli attacchi della palla battente, soprattutto per i tiri di parabola e piccoli massè usabili in partita per uscire da situazioni sconvenienti, traversini coperti, tiri tra i birilli, stevole, messe ecc.

22)Conoscere a fondo il proprio attrezzo: la stecca, la sua bilanciatura, il peso corretto. Importantissimo: il girello deve essere sempre perfetto nella forma e nella sua densità adatto alla punta e al calcio della stecca.

23)I vestiti: leggeri mai stretti, scarpe comode, giocando a biliardo si percorrono chilometri.

Frasi storiche: Il biliardo non abbandona più coloro che hanno l' impudenza di approfondirlo, Roger Conti.

La palla va attaccata con profondo sentimento, Riccardo Belluta

Purtroppo il sentimento non si può insegnare, Luigi Camozzo

Ecco in sintesi alcune caratteristiche per giocare bene a biliardo, ma se vogliamo giocare eccezionalmente bene, praticamente non avere avversari o quasi avremmo bisogno a mio avviso di una qualità innata e abbastanza rara. In maniera goliardica la tratterò nella seconda parte.

Murano Venezia li, 21 marzo 2010


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